L'epopea dei Giovanissimi Nazionali del Parma,
sconfitti nella finale scudetto dall'Inter ben dopo il fallimento del
club, ha un po' messo in ombra l'eccellente stagione dei 2000 del Genoa,
arrivati tra le prime otto del campionato ed eliminati proprio dai
gialloblù. Ma in questi giorni i Giovanissimi rossoblù sono tornati a
far parlare di loro, battendo ai rigori il Real Madrid e arrivando in
finale alla Manchester United Premier Cup, la manifestazione giovanile
più importante del Mondo, insieme alla Youth League (altrettanto
competitiva ma con meno storia, visto che non vi ha ancora preso parte
gente del calibro di Messi, Mascherano Tevez, Iniesta, Xavi, Pique, Iker
Casillas, Maicon e Robinho, al contrario della rassegna inglese). Le
due manifestazioni organizzate da Nike e Uefa peraltro, sono le uniche a
cui non si accede a invito, ma conquistando la qualificazione sul
campo: il Genoa lo ha fatto a fine febbraio, battendo nella finale della fase italiana proprio l'Inter, la grande favorita per lo scudetto Giovanissimi. Solo che la fase italiana della Manchester Cup permette una lista
di 18 giocatori, quella mondiale di 16: impossibile portare tutti quelli
che si erano guadagnati la qualificazione sul campo, anche perché
doveva rientrare anche Mandruccolo, uno dei più forti della squadra,
escluso a febbraio per motivi disciplinari, per aver preso un rosso
evitabilissimo, protestando pure. Ma la lezione era stata sufficiente, e
in Inghilterra se lo sono portato: oltre a Oxhallari e Boscolo è stato
lasciato a casa anche il secondo portiere Filippi. Un rischio enorme
affrontare una manifestazione del genere con un solo portiere, ma ha che
ha portato benissimo: il Genoa è arrivato in finale (15, ora locale,
contro il Right To Dream) senza prendere neanche un gol. E nella
semifinale il Real Madrid il portiere Bulgarelli - nessuna parentela, a
differenza del compagno di squadra Zola, figlio di un cugino di Gianfranco
- talento già precettato dall'Italia Under 15, ha parato il rigore
decisivo, mentre tutti i cinque i rigoristi rossoblù hanno fatto il loro
dovere. Ma il protagonista assoluto è stato ancora una volta l'attaccante
centrale Pellegri: già è una notizia che un ragazzo del 2001 venga
convocato sotto età con i 2000, lui gioca titolare e segna pure, e
tanto, visto che ha firmato l'1-0 dell'esordio contro i brasiliani
dell'Atletico Paranaense, uno dei tre gol ai danesi dell'Esbjerg (gli
altri due sono di Gibilterra e Bianchi), e l'1-0 al Kyoto Sanga. Tre gol
sui cinque della squadra, davanti ai responsabili dello scouting dei
grandi club d'Europa, Chelsea, Psg e Barcellona, e quando non ha segnato
lui è finita 0-0, come con il Right To Dream nel girone, col San
Lorenzo nei quarti (poi battuto ai rigori), e col Real Madrid. Squadra
che, in 122 anni di storia, il Genoa non aveva mai incontrato in una
gara ufficiale, tra prima squadra e giovanili: i ragazzi del 2000,
allenati da Brunello e Ferroni, oltre a sfidarli, li hanno anche
battuti. Nel quarto giorno consecutivo di gare - i tempi durano 20' - il Genoa
dovrà sfidare in finale la temibilissima Right to Dream Academy, scuola
calcio ghanese solida e organizzata su cui sta mettendo le mani il
Manchester City: fisicamente fortissimi, atleticamente straordinari, con
una maturità sorprendente per l'età, partono nettamente favoriti. Il
nome significa "diritto di sognare": ce lo hanno anche Bulgarelli e
compagni. In 23 anni, nessuna squadra italiana ha mai vinto la
manifestazione, una sola era arrivata in finale, il fortissimo Milan dei
'98, sconfitto due anni fa dalla Dinamo Zagabria a Old Trafford: la
squadra più antica d'Italia può fare meglio, e scrivere la storia.
FONTE: Gazzetta.it
Nessun commento:
Posta un commento