domenica 26 novembre 2017

La tragedia dei settori giovanili

L'Italia fuori dal mondiale, delusione ancora fortissima. Due settimane di accuse, di sfoghi e di decisioni importanti, che non ci riporteranno indietro: a Russia 2018 mancherà la nostra Nazionale quattro volte campione del mondo. "I maestri sono in ginocchio" ha titolato qualcuno dall'estero... C'è chi ha pagato con le dimissioni, chi propone soluzioni per il futuro, a partire dal commissariamento della FIGC, chi si sfoga ancora. Certo, col senno di poi è facile puntare il dito e trovare soluzioni, ma prima, durante questi ultimi 11 anni fallimentari, cosa è successo? Domanda alla quale ha tentato di dare rispostaErmanno Ferrari, una carriera nei settori giovanili di club del livello di Juventus e Inter con vari incarichi. Tanti i talenti scoperti, alcuni saranno i pilastri dell'Italia del futuro, come RuganiRomagnoli eCristanteGianlucaDiMarzio.com ha accettato la sua richiesta e ha pubblicato il suo sfogo:
"Se ne accorgono tutti ora che il calcio italiano è in sofferenza. No amici miei, è morto da un pezzo in una sala della Fifa, ma non ve lo hanno detto. È stato ammazzato dal potere, dai soldi, dai genitori che pensano di avere Del Pierocome figlio, da presunti allenatori che pensano solo a vincere, dalle nuove regole, dalle scarpe personalizzate, dai papà che pagano le società per far giocare il proprio figlio. I settori giovanili sono culle di piccoli presuntuosi, viziati, gasati, senza midollo. Figli del mondo moderno, delle famiglie allargate che non sanno nemmeno chi li debba andare a prendere alla fine dell’allenamento: se il papà 1 o quello bis, se la nonna numero tre che ha già portato il fratellastro alla festa dell’asilo o il nonno dell’altra sorella che è a fare danza. I settori giovanili servono ad in-se-gna-re. Chiaro il concetto? Come le scuole elementari. Pensate se due maestre di prima elementare si mettessero a fare gara su chi ha gli studenti più intelligenti o quelli che potrebbero vincere le olimpiadi della matematica: un disastro. Ecco, questo è quello che succede oggi. Non si insegnano più i fondamentali, che quelli della mia generazione imparavano giocando per strada col pallone rubato a chissà chi. I bambini non sanno stoppare, dribblare, saltare l’uomo, tirare in porta, posizionarsi bene col corpo per difendere. Non hanno coordinazione, grinta, voglia, amore. Giocano a calcio perché il papà aveva il sogno di diventare il nuovo Paolo Rossi e non perché ci credono davvero. Nei settori giovanili si insegna che si deve vincere, ad ogni costo. Si acquistano ragazzini fisicati ma dai piedi assai mediocri perché i loro coetanei sono ancora gracilini, novelli puledrini nati da poco, e con il fisico fai supremazia e vinci le partite. Gli allenatori non hanno preparazione, che deve essere mirata in relazione all’età del ragazzo: voi credete che un insegnante possa andare bene per qualunque classe? Una maestra può insegnare al liceo o al professionale o all’università? No no cari miei. Nell’età fondamentale delle elementari (e dei settori giovanili) l’insegnante deve essere specifico in relazione all’età del bambino. Ho visto far fare preparazioni muscolari a bimbi di 8/9 anni che i muscoli li hanno solo sulle dita per spingere i tasti della Playstation. Ho sentito dire a certi allenatori di “tenere la linea del fuorigioco, di attaccare la porta, di fare le diagonali e gli schemi sui calci d’angolo a ragazzi del 2006. Duemilaesei, undicianni. Undici. A quell’età ti dovrebbero dare un pallone e dirti di fare quello che vuoi, di divertirti, di esprimere le tue doti naturali, quei doni eccelsi che avevano Totti, Pirlo, LentiniMaradonaMaldini. La libertà di esprimere se stessi. Oggi, in un modo o nell’altro siamo tutti schiavi di un sistema, perciò non stupitevi se siamo usciti dalle qualificazioni. Ce lo siamo meritato, ma purtroppo non cambierà nulla. Siamo in Italia del resto...".

Fonte: gianlucadimarzio.com

martedì 5 settembre 2017

QUEL CARO VECCHIO PALLONE

Lo spunto è nato nel vedere questa sera il post sul sorteggio dei calendari del settore giovanile, mi sono ricordato che una volta ero un grande appassionato di calcio giovanile, ricordo ancora quando nel 2000, dopo alcuni anni di gavetta, fui chiamato dal mitico presidente carmine cupido a far parte della caldora calcio. Un'esperienza che ancora oggi rimane indelebile, viva, in me e negli allenatori che hanno avuto modo di conoscere il PRESIDENTE. Lo stesso era un grosso appassionato di calcio, innamorato dei ragazzi e della sana competizione. Ricordo però che lui a fine anno, come si addice ad un presidente, andava a chiudere il bilancio, mettendo 10-15 milioni di lire di tasca sua, forniva ai  suoi ragazzi materiali di prima scelta, divise estive invernali , modelli di ultima generazione e materiali migliori. Il presidente pretendeva si facesse una bella selezione tra i ragazzi, si formassero delle squadre competitive, in grado di far crescere i ragazzi insieme a compagni di ottimo livello e portare avanti il nome della caldora calcio, non c'erano problemi di quote, i meno abbienti non pagavano nulla e terminata la categoria esordienti non dovevano essere più corrisposte, infatti i giovanissimi e gli allievi erano totalmente a carico della società. I genitori erano tenuti lontano dalla gestione della scuola calcio , dalle scelte degli  allenatore, e delle metodologie adottate dalla società, i genitori che non rispettavano le regole venivano tranquillamente invitati a trasferirsi ad altra società. Tutta questa meticolosa organizzazione, dopo un paio d'anni, con il grande allenatore Paolo Savini la Caldora riportò a pescara lo scudetto allievi. Oggi nell'ambito dei settori giovanili sento parlare solamente di rette, iscritti, fatturati, spese e rimborsi, ogni società cerca di ottenere il massimo guadagno,  ogni stagione, a nessuno sembra interessare il futuro dei ragazzi, il prestigio sportivo della società, la qualità dei tecnici messi a disposizione dei ragazzi. Tutto ciò a mio avviso ha fatto scadere la qualità del nostro movimento è fatto venir meno le motivazioni e gli stimoli, a tante persone, tanti ragazzi e tanti appassionati come me. Buon lavoro a chi resiste a chi mette ogni anno impegno, serietà e il rispetto dei ragazzi.

venerdì 6 gennaio 2017

SOSPENSIONE ATTIVITA'

In concomitanza con problematiche private e lavorative ho dovuto togliere tempo a questa passione ed alla cura del blog, appena ci sarà tempo e possibiltà si tornerà a seguire questa splendida realtà. un saluto a tutti e buon campionato.